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Le pene del cuore, R - è una fanfiction su Harry Potter...

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Dreamer1989
view post Posted on 5/5/2007, 21:48




Era passato troppo tempo da quando avevano vissuto l'ultima avventura tutti insieme, era passato troppo tempo da quando il trio si era riunito, era passato troppo tempo da quando ciascuno di loro aveva messo su famiglia.

Hermione guardò suo marito, che giaceva nel letto addormentato accanto a lei. Non riusciva ancora a rendersi conto di essere ormai sposata da più di un anno con un babb... con un uomo tranquillo e modesto, che era il suo vicino di casa a Londra. Lo osservò attentamente. Dormiva placidamente, mentre il suo animo era scosso da mille pensieri e ricordi che non smettevano di torturarla, di fluttuarle dentro, di riempirle tutto il corpo di sensazioni forti e contrastanti. Non ce la faceva più. Da mesi non riusciva a chiudere occhio la notte, e quelle poche volte che ci riusciva i suoi sogni erano traboccanti di memorie che le facevano male, che la facevano svegliare improvvisamente tremante e madida di sudore. Perché? quella domanda se la poneva ogni notte, senza trovare una risposta valida. Si sentiva svuotata dentro, priva di ogni forza e di volontà di andare avanti da molti mesi a questa parte ormai. Era stufa della sua vita, di ciò che aveva, aveva bisogno di tornare nel mondo dei maghi per qualche tempo, per schiarirsi le idee, per stare da sola e lontano da tutto ciò che la opprimeva. Improvvisamente mossa da uno strano sentimento, si alzò dal letto, prese un borsone, lo aprì e vi buttò dentro tutti i suoi vestiti e la biancheria. Corse in salone, afferrò carta e penna, scrisse velocemente qualcosa, lasciò il foglietto sul comodino del marito, indossò un paio di jeans e una maglietta bianca e si diresse verso la porta di casa.

- Mamma... dove vai? - una bimba, castana, con gli occhi color smeraldo, si affacciò dalla sua cameretta. Aveva tre anni, era smilza, agile e sveglia, tutto l'opposto del padre, che era un uomo pacato, pacifista e bonario.

- Da nessuna parte, la mamma stava solamente preparando una cosa per domani...torna a letto - entrò in camera con la figlia, la mise nel letto, le cantò una ninna nanna e aspettò che chiuse i dolci occhioni. La scrutò teneramente e duramente allo stesso tempo. Gli occhi della figlia la mettevano tutti i giorni a dura prova. Erano uguali ai suoi, a quelli della persona che amò con tutta se stessa. Sia lei, che il marito avevano gli occhi scuri, e non si capacitava da chi potesse aver ripreso quello sguardo acceso, misterioso, vivace e curioso che nè lei, nè il marito possedevano. Tutti i giorni si chiedeva se per caso non fosse figlia sua, se per caso quella sera di tre anni fa non fosse la causa della ragazzina che giaceva inerte sul letto. Baciò la fronte della piccola bagnandola con le lacrime che avevano iniziato ad uscirle a fiotti, non riusciva a reprimerle. Stava male e quello era l'unico modo per sfogarsi senza fare male a nessuno all'infuori di se stessa. Guardò per l'ultima volte le stanze della casa che l'aveva tenuta prigioniera, per sua volontà, per più di un anno. Afferrò la giacca a vento, la indossò ed uscì nel vento gelido della notte. Si abbracciò, faceva freddo lì fuori. Da quanto tempo non usciva di lì da sola, senza nessuno che la chiamasse ogni secondo per essere sicuro che non avesse dimenticato di prendere Lily all'asilo o di fare la spesa. Quel nome l'aveva scelto lei, perchè almeno una cosa nella vita voleva deciderla lei. Era come un piccolo atto di ribellione. Hermione alzò gli occhi al cielo. Delle nubi scure stavano lentamente lasciando posto alle stelle bellissime e luminose. Respirò a pieni polmoni l'aria della libertà. Finalmente tranquilla, dopo tanto tempo, estrasse dal borsone la bacchetta. Quell'oggetto fu come una pugnalata, fredda e pungente. La strinse tra le dita, la accarezzò timorosa. Perchè tutto le ricordava lui? Ma che male aveva fatto per meritarsi un amore indelebile, impossibile da cancellare dal cuore? si passò una mano tra i capelli. Basta aveva deciso, voleva lasciarsi quel periodo da babbana che non le apparteneva alle spalle, ma non solo, voleva lasciare indietro anche i ricordi lui, ma quello non era possibile, almeno per il momento. Si guardò intorno. Allungò la bacchetta nell'aria vuota. Una luce abbagliante apparì all'istante. Si spaventò non era più abituata alla magia. Un giovane ragazzo fece i convenevoli e la fece salire, dopo aver pagato con le monete che aveva conservato chiuse in un baule nello sgabuzino. Stan Picchetto non era più il bigliettaio del notte tempo, chissà quante altre cose erano cambiate. Già chissà...



Il cap. non è lunghissimo...questo è solo l'inizio...spero che vi piaccia! ditemi se credete che valga la pena continuare questa fiction... sono stata ispirata per questa fiction da una che ho letto oggi...non riuscivo a smettere di piangere... comunque ringrazio tutti quelli che leggeranno e che recensiranno in anticipo!! un bacio a tutti

Dreamer1989


scusate.. il mio computer fa un pò i capricci e per sbaglio ho postato due volte lo stesso racconto... come posso cancellarlo?? baci... Dreamer1989
 
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*Martha.La Bionda*
view post Posted on 6/5/2007, 10:40




no problem
ci ho pensato io a cancellare l'altra copia.

A presto
 
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Dreamer1989
view post Posted on 9/5/2007, 21:37




-Destinazione? - le chiese il bigliettaio.

- Paiolo Magico - rispose Hermione trattenendo il fiato a causa della brusca partenza del notte tempo. Era stata accompagnata al piano superiore dove, come di sotto, vi erano una miriade di letti, che ad ogni movimento del mezzo cozzavano tra di loro, per questo Hermione dovette usare tutte le sue forze per evitare di essere disarcionata dal suo posto. Poco più in là un'anziana signora dormava placidamente, sembrava non accorgersi di essere in balia di una lotta tra letti, di un continuo ed incessante urtarsi. "Ma come fa?" si chiese, ma non aveva bisogno di risposte, lo sapeva, solo che aveva paura, paura di farlo anche lei, di tirare fuori la bacchetta e di fare un incantesimo, di riprovare l'euforia di quando era una studentessa piena di voglia di apprendere.

Da un angolo del notte tempo un ragazzo la squadrava dalla testa ai piedi, riconobbe subito quella bella ragazza, sui vent'anni, con i capelli ricci e scuri, con gli occhi marroni pieni di sentimenti e pensieri, ma persi nel vuoto, era magra e asciutta, con dei bei fianchi rotondi, il seno piccolo e le gambe lunghe e candide, come tutto in lei, la carnaggione chiara la rendeva ancora più affascinante ed eterea, se possibile, però quelle borse sotto gli occhi, il viso teso e contratto, stonavano con tutto il resto. Bastava guardarla per capire che non era felice. Improvvisamente si alzò dal letto.

- Hermione Granger? - le chiese.

- Si, sono io..e lei è..? - la sua voce suonava vuota e fredda. Ma come non lo riconosceva? era uno dei primi ragazzi che aveva conosciuto a scuola, ma che le era preso?

- Impossibile, non ti ricordi di me! Hermione ma quanto tempo sei stata via dal mondo dei maghi? -

- Il tempo di dimenticare la magia - si sentiva male, credeva che tornando tra i maghi sarebbe stata meglio, invece si sentiva a disagio, perchè un anno e mezzo senza magia era riuscito a farle dimenticare la maggior parte degli incantesimi, e pensare che la sua memoria, generalmente, era infallibile, ricordava sempre tutto, anche le cose più piccole, ma questa volta non era così. Aveva voluto dimenticare, nascondere tutto in un cassetto per non soffrire ulteriormente, anche se ogni tanto mentre era a casa, se così la poteva definire, le capitava di far accadere cose strane che la riportavano con la mente ai giorni felici passati nella scuola di magia e stregoneria, il che la faceva soffrire ancora di più. Quando si è maghi, a meno che non si rinunci alla magia ufficialmente, essa continua a scorrere nelle vene di coloro che la possedono. Hermione non vi aveva rinunciato, un pò perchè non voleva, ed un pò perchè il marito non era al corrente, e mai lo avrebbe saputo, non da lei per lo meno.

- Hermione tutto ok? - scosse la testa per riprendersi.

- Si, Neville - aggrottò la fronte, ma come le veniva in mente di chiamare Neville quell'omone davanti a lei?

- Ah! ma allora quella di prima era tutta una finta! ti ricordi chi sono! - le diede una pacca sulla schiena sorridendo. E così quello era veramente neville, era molto alto, con le spalle larghe, un pò di pancetta, il viso tondo e i trati del volto induriti dalla crescita. Era cambiato moltissimo, non aveva più quell'aria addormentata che aveva a Hogwarts. Quell'ultimo pensiero la colpì più di ogni altro. Hogwarts. Come aveva potuto anche solo per un attimo (durato più di un anno) dimenticare la professoressa Mc Granitt e tutto quello che lì aveva imparato? non parlava solo degli incantesimi, lì lei si era formata come maga, ma anche come persona, lì era cresciuta, era diventata una donna completa ed ora.. ed ora cosa ne restava? solo il riflesso, un'immagine sbiadita di quella ragazza arguta, intelligente, simpatica e dolce. Gli occhi le iniziarono a pizzicare, sentiva il viso in fiamme.

- Ti prego lasciami sola - una lacrima le solcò il volto pallido e scavato, era dimagrita molto dai tempi della scuola, le capitava di saltare i pasti, di sentirsi sazia senza aver toccato cibo, oppure di mangiare per poi rigettare tutto pochi istanti dopo. Perchè? ancora quella domanda che la tormentava, come si era ridotta così? lei ragazza risoluta,con la risposta per ogni problema, adesso non ne aveva una per se stessa. Se solo lui fosse stato lì..forse era meglio di no, sarebbe stata peggio se l'avesse visto, non sarebbe riuscita a parlare, a mettere due parole in fila. Scese al piano inferiore, chiese una sedia che non si muovesse, e lì passò il resto del viaggio.
Questo è il secondo cap. che ne dite? bacioni


-Destinazione? - le chiese il bigliettaio.

- Paiolo Magico - rispose Hermione trattenendo il fiato a causa della brusca partenza del notte tempo. Era stata accompagnata al piano superiore dove, come di sotto, vi erano una miriade di letti, che ad ogni movimento del mezzo cozzavano tra di loro, per questo Hermione dovette usare tutte le sue forze per evitare di essere disarcionata dal suo posto. Poco più in là un'anziana signora dormava placidamente, sembrava non accorgersi di essere in balia di una lotta tra letti, di un continuo ed incessante urtarsi. "Ma come fa?" si chiese, ma non aveva bisogno di risposte, lo sapeva, solo che aveva paura, paura di farlo anche lei, di tirare fuori la bacchetta e di fare un incantesimo, di riprovare l'euforia di quando era una studentessa piena di voglia di apprendere.

Da un angolo del notte tempo un ragazzo la squadrava dalla testa ai piedi, riconobbe subito quella bella ragazza, sui vent'anni, con i capelli ricci e scuri, con gli occhi marroni pieni di sentimenti e pensieri, ma persi nel vuoto, era magra e asciutta, con dei bei fianchi rotondi, il seno piccolo e le gambe lunghe e candide, come tutto in lei, la carnaggione chiara la rendeva ancora più affascinante ed eterea, se possibile, però quelle borse sotto gli occhi, il viso teso e contratto, stonavano con tutto il resto. Bastava guardarla per capire che non era felice. Improvvisamente si alzò dal letto.

- Hermione Granger? - le chiese.

- Si, sono io..e lei è..? - la sua voce suonava vuota e fredda. Ma come non lo riconosceva? era uno dei primi ragazzi che aveva conosciuto a scuola, ma che le era preso?

- Impossibile, non ti ricordi di me! Hermione ma quanto tempo sei stata via dal mondo dei maghi? -

- Il tempo di dimenticare la magia - si sentiva male, credeva che tornando tra i maghi sarebbe stata meglio, invece si sentiva a disagio, perchè un anno e mezzo senza magia era riuscito a farle dimenticare la maggior parte degli incantesimi, e pensare che la sua memoria, generalmente, era infallibile, ricordava sempre tutto, anche le cose più piccole, ma questa volta non era così. Aveva voluto dimenticare, nascondere tutto in un cassetto per non soffrire ulteriormente, anche se ogni tanto mentre era a casa, se così la poteva definire, le capitava di far accadere cose strane che la riportavano con la mente ai giorni felici passati nella scuola di magia e stregoneria, il che la faceva soffrire ancora di più. Quando si è maghi, a meno che non si rinunci alla magia ufficialmente, essa continua a scorrere nelle vene di coloro che la possedono. Hermione non vi aveva rinunciato, un pò perchè non voleva, ed un pò perchè il marito non era al corrente, e mai lo avrebbe saputo, non da lei per lo meno.

- Hermione tutto ok? - scosse la testa per riprendersi.

- Si, Neville - aggrottò la fronte, ma come le veniva in mente di chiamare Neville quell'omone davanti a lei?

- Ah! ma allora quella di prima era tutta una finta! ti ricordi chi sono! - le diede una pacca sulla schiena sorridendo. E così quello era veramente neville, era molto alto, con le spalle larghe, un pò di pancetta, il viso tondo e i trati del volto induriti dalla crescita. Era cambiato moltissimo, non aveva più quell'aria addormentata che aveva a Hogwarts. Quell'ultimo pensiero la colpì più di ogni altro. Hogwarts. Come aveva potuto anche solo per un attimo (durato più di un anno) dimenticare la professoressa Mc Granitt e tutto quello che lì aveva imparato? non parlava solo degli incantesimi, lì lei si era formata come maga, ma anche come persona, lì era cresciuta, era diventata una donna completa ed ora.. ed ora cosa ne restava? solo il riflesso, un'immagine sbiadita di quella ragazza arguta, intelligente, simpatica e dolce. Gli occhi le iniziarono a pizzicare, sentiva il viso in fiamme.

- Ti prego lasciami sola - una lacrima le solcò il volto pallido e scavato, era dimagrita molto dai tempi della scuola, le capitava di saltare i pasti, di sentirsi sazia senza aver toccato cibo, oppure di mangiare per poi rigettare tutto pochi istanti dopo. Perchè? ancora quella domanda che la tormentava, come si era ridotta così? lei ragazza risoluta,con la risposta per ogni problema, adesso non ne aveva una per se stessa. Se solo lui fosse stato lì..forse era meglio di no, sarebbe stata peggio se l'avesse visto, non sarebbe riuscita a parlare, a mettere due parole in fila. Scese al piano inferiore, chiese una sedia che non si muovesse, e lì passò il resto del viaggio.
Questo è il secondo cap. che ne dite? bacioni
 
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Dreamer1989
icon12  view post Posted on 15/5/2007, 11:39




Un bacio dolce e prolungato gli fece correre un brivido lungo la schiena, stava per accarezzare i capelli della moglie, quando davanti agli occhi ebbe l'immagine di lei. Era bella, anche se era solo una visione di come la ricordava lui. Si allontanò dalla ragazza, si passò una mano tra i capelli scuri già scompigliati di loro. Perchè ogni volta che aveva un contatto con Ginny gli appariva lei davanti? era un'ammonizione?cosa voleva ancora nella sua vita? guardò a terra, pentendosi della brutalità con cui pensò quest'ultima domanda. Non ce la faceva più, il fantasma di lei aleggiava in tutto, qualsiasi cosa gli ricordava qualcosa che avevano fatto insieme. Dopo lo scontro con Lord Voldemort non si erano più visti.

- è meglio così - gli aveva detto. Meglio così? non era affatto vero! lui la amava, la desiderava, ogni notte sognava di poterla stringere a se', di poter toccare di nuovo le sue morbide forme, come quella sera di tre anni fa.

****

- Harry, credi che sopravviveremo? - erano nel dormitorio maschile, tutti intorno dormivano, solo lui ed Hermione non riuscivano a prendere sonno. La guardò spaventato e protettivo allo stesso tempo.

- Ce la metterò tutta per far sì che la profezia si avveri lasciando vivi noi e non lui! - per un secondo un bagliore di coraggio balenò nei suoi occhi color smeraldo. Hermione si strinse ad Harry come non aveva mai fatto, era terrorizzata, ed aveva ragione, perchè la guerra che era in corso era violenta, distruttiva e pericolosa. Improvvisamente accesa da un rossore sulle guance, Hermione guardò a terra, gli occhi fissi su un punto non definito della stanza.

- Harry, e se così non fosse? noi non ci rivedremo più... Harry io non posso... non riesco a pensare di morire senza aver... - si bloccò, non riusciva a dirlo, era difficile, maledettamente difficile. Lo guardò e trovò due occhi profondi ed immensamente dolci che la scrutavano, forse aveva capito a cosa alludeva. Harry la strinse a se' per farle sentire che le era vicino, e che nulla avrebbe mai potuto separarli, ma non sapeva quanto si sbagliava. Hermione si avvicinò al viso del ragazzo, lo guardò intensamente, Harry le mise una mano sul volto e la baciò dolcemente.

- Senza aver fatto questo? - le chiese con una punta di malizia. Lei annuì, sopraffatta dalle emozioni, il cuore le batteva forte, sentiva formicolare ogni singola parte del corpo, sentiva i brividi correrle lungo la schiena per una carezza di lui. Si scrutarono a lungo prima di baciarsi. Era un bacio nuovo, voluttuoso, carico di passione, di voglia di scoprirsi, di stare insieme prima della fine, proprio per questo aumentò la foga. Hermione gli sfilò la maglietta del pigiama timidamente, lui la osservò sorpreso, non se lo aspettava da lei, non l'aveva mai vista così, spontanea, ma pudica anche in quel gesto così passionale. Le sorrise. Un sorriso pieno di promesse. Le baciò il collo facendole venire la pelle d'oca. Si spogliarono a vicenda, con slancio, con impeto. Si esplorarono vicendevolmente. Il corpo dell'uno sembrava fatto apposta per quello l'altra, si incastravano perfettamente. Harry cercò il suo sguardo, nessuno dei due l'aveva mai fatto prima, e non era certo che lei desiderasse, quanto lui, avere la sua prima volta con lui. Hermione capì il dubbiò che lo attanagliava.

- Harry, io ho paura di non poter mai più provare qualcosa del genere con qualcun'altro, perchè sei l'unico con il quale vorrei che accadesse.. - si sentì al settimo cielo, Hermione voleva lui e nessun'altro. Le dedicò un sorriso che rimase per sempre impresso nella mente di lei. Come risposta le diede un bacio che la fece fremere tutta, tremare di piacere. In quel letto a baldacchino, nella stanza di grifondoro, si amarono come mai in vita loro.

- Harry.. - Hermione sentì una lacrima scenderle lungo le guance.

- Ho fatto così schifo? - cercò di scherzare il ragazzo, la fece sorridere.

- No, sei stato perfetto.. è questo il problema. Harry e se... -

- Basta con questi se! ora ci siamo io e te, in questo presente, viviamolo! non sprechiamolo pensando a... ad un assassino - sentì per un secondo la rabbia montargli dentro, ma la mano di Hermione che gli accarezzò i capelli, la fece svanire in un istante. Si amarono di nuovo, questa volta più sicuri, con più ardore, con più voglia di scoprirsi.

- Hermione.. ti voglio bene - pensava che non glielo avrebbe mai detto. Lo abbracciò veementemente.

- Anche io! - era contentissima. Harry avrebbe voluto dirle un'altra cosa, ma non ci riuscì. Hermione, invece, dal canto suo, era su di giri anche per quel semplice e sincero ti voglio bene.

- Io.. non riesco a dirti che ti... ti... -

- Non c'è bisogno che me lo dici... l'importante è che i nostri cuori lo sappiano e non lo dimentichino mai - Si rivolsero un sorriso pieno d'amore.

******

Un sorriso che non aveva più visto e che desiderava con tutto il suo cuore. Dannato cuore, che ogni volta gli ricordava di lei, di quella notte, di quella prima volta unica e speciale. Non avrebbe mai più provato le stesse emozioni con un'altra. Di questo era certo.
 
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smeme
view post Posted on 15/5/2007, 17:41




che bella fic^^ sono emozionata!! Ti prego continua! mi piace molto! nonostante io non sia una fan di questa coppia...
 
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Dreamer1989
view post Posted on 15/5/2007, 22:12




- Ginny, non lo so perchè, ma non ci riesco!prima ero sicuro di tutto, ora no..ora... - prese il volto della moglie tra le mani. Piangeva. Sentiva le sue lacrime bagnargli le dita, tentò di asciugargliele, ma lei si scostò.

- Basta Harry! io una vita così non la voglio! non ce la faccio più! ogni volta che mi avvicino, o che provi ad avere un contatto con me pensi a lei! Basta! - urlava, non riusciva a trattenersi, erano mesi ormai che andava avanti questa storia. Inizialmente erano una coppia felice come tutte le altre, anche se ogni tanto Harry aveva dei momenti in cui era intrattabile, però erano uniti, finchè un giorno...

*******

- Tesoro, ricordi che stasera abbiamo ospiti, vero? - Ginny stava cercando di preparare l'anatra all'arancia con alcuni incantesimi.

- Certo, vado a comprare delle bibite apposta e torno immediatamente - baciò la fronte di Ginny.

D opo essersi lasciato con Hermione, Harry trovò calore e conforto tra le braccia di Ginny. Erano passati ormai, quasi due anni da quella notte a Hogwarts. Due lunghi anni, di sentimenti contrastanti, di tristezza e di gioia, di sofferenza e piacere... Dopo quella notte, tutto cambiò tra i due. Avevano paura di stare bene insieme e di essere poi privati della persona che più amavano. Erano ancora giovani, non capivano l'importanza dell'amore, dell'avere accanto a se' qualcuno con cui condividere tutto. Harry aveva le parole di Hermione, marchiate nel cuore, indelebili.

*******

Era mattina, Hermione giaceva immobile nel letto di Harry, era sveglia. Ripensò a quello che avevano appena fatto, un rossore le dipinse il volto, si guardò intorno preoccupata che qualcuno potesse sentire quei pensieri. Guardò Harry. La sua tranquillità la stupiva, aveva il volto rilassato, come se stesse facendo un bel sogno. Nonostante la felicità, lei non riusciva a calmarsi come lui, una stretta le attanagliava lo stomaco. Si alzò dal letto, facendo attenzione a non svegliare nessuno. Si sedette accanto alla finestra, dalla quale filtravano i primi raggi del mattino, un mattino che non avrebbe portato nulla di buono. Improvvisamente si sentì cingere da dietro, si voltò e vide Harry.

- Buongiorno - la baciò dolcemente. Lei sorrise forzatamente. Harry sembrava non accorgersene, tanto era stordito dalle sensazioni della sera prima. Hermione non riuscì a trattenersi un momento di più.

- Harry...quello che abbiamo fatto ieri sera è stato un errore - quelle parole pronunciate così, senza preavviso a brucia pelo, gli fecero male, gli fecero cadere tutte le sue protezioni, le sue sicurezze. Guardò la ragazza che sedeva tra le sue gambe. Era la stessa di poche ore fa?

- Ma che dici? quello che hai detto stanotte era una bugia? oppure volevi sperimentare il sesso prima di morire, eh? - la rabbia aveva preso il sopravvento in pochi attimi, aveva perso il controllo. Hermione era sconvolta, non si aspettava una reazione del genere.

- Hai una spiegazione plausibile per quello che hai appena detto? - Harry cercò di tirare fuori un tono di voce meno aggressivo, di non iniziare ad urlare, di non rovesciarle addosso tutta la sofferenza che quell'unica frase gli aveva provocato. Lei lo guardò desolata, per poi abbassare lo sguardo a terra.

- Harry, se per caso dovesse accaderti qualcosa io soffirei troppo, specialmente se fossi legata a te in maniera profonda, per questo non voglio continuare, cerca di capirmi, Harry, io ti.. -

- No, non dirlo - la sua voce era ridotta quasi ad un sussurro - mi faresti ancora più male, Hermione, tu hai paura del futuro, io no e per questo non ti capisco -

- Harry cosa vuoi sentirti dire? che non ti amo, che ieri sera per me non è contato niente? - Hermione si stava alterando.

- Si preferisco! non posso sopportare di sapere che ieri eri mia perchè tutti e due lo volevamo e ora per una sciocca paura ti tiri indietro -

- Sciocca? sciocca paura? Non è che siccome tu sei forte e coraggioso tutti dobbiamo esserlo! non è che se tu hai affrontato V... V...- gli occhi iniziarono a riempirsi di lacrime, che non voleva fargli vedere.

- Voldemort! - urlò Harry, facendo svegliare di soprassalto i suoi compagni di stanza - si chiama Voldemort, Hermione ma che ti prende non ti riconosco più! dov'è la ragazza forte ed intelligente che non aveva paura di dire il suo nome ad alta voce, che insieme a Silente era una delle poche che non sussultava al nome di Voldemort? -

- Non lo so Harry, so solo che non c'è più, che è stata seppellita dalla paura di non riuscire a rivivere momenti come quelli di ieri - piangeva. Harry la guardò per un attimo senza riconoscerla. Si avvicinò alla porta, le lanciò un ultimo sguardo e se ne andò.

*******

Questi erano solo ricordi di un passato che affiorvano sempre nel momento sbagliato.

Harry camminava per la strada, diretto all'alimentari più vicino per comprare delle bibite, vide una bella ragazza, con una bimba nel passeggino. Non capì subito chi fosse, ma quando lo comprese, sentì una stretta al cuore. Hermione. Dall'altro lato della strada anche lei lo notò. Si guardarono a lungo ed intensamente, senza scambiare una parola. Non riuscivano a distogliere lo sguardo l'uno dall'altro. Improvvisamente Harry avvertì un'altra stretta, stavolta più forte,più crudele, che non gli lasciava scampo. Fu un'attimo, gli bastò vedere quell'uomo alto e tranquillo, che si avvicinò a Hermione e che le stampò un dolce bacio sul collo. Si sentì morire. In un secondo rivide tutti i momenti ad Hogwarts con lei, ed era una sofferenza troppo grande, iniziò a correre a perdifiato senza una meta. Voleva solo scappare e lasciarsi alle spalle quella visione. Le erano bastati due anni per trovarsi un altro e tirar su famiglia! Poi ci ripensò. Anche lui si era rifatto una vita, ma non sopportava l'idea di aver perso definitivamente ogni possibilità con lei.

*******

- Ginny... non voglio farti soffrire, io ti... -

- No! non dirmi frottole, tu ami lei e non vuoi dirmelo in faccia! Dimmelo Harry! voglio sentirtelo dire! urlalo come sto facendo io! Fallo! - Harry, non voleva, non era riuscito a dirlo a Hermione tre anni prima, figuriamoci se riusciva a dirlo a lei.

- Non posso... - la sua voce era debole, flebile, privato di ogni forza. cercò di stringere a se' Ginny.

- Vattene! - lo spinse con violenza - vattene! o te ne vai tu da questa casa o me ne vado io! decidi tu! - urlava e piangeva e soffriva e odiava allo stesso tempo. Harry si avviò verso la loro camera da letto, prese una borsa e vi mise dentro tutte le sue cose.

- Addio Ginny.. - la guardò un ultima volta prima di varcare la soglia. Ginny, distrutta, si gettò sul divano. Era finita, e stavolta per davvero.
spero che vi piaccia, grazie mille smeme per il commento! mi fa piacere che anche se questa non è la tua coppia preferita ti piaccia lo stesso, vuol dire molto per me.... un bacio grandissimo
 
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Dreamer1989
view post Posted on 26/5/2007, 10:27




L'acqua le percorreva il corpo ostacolata solo dalle sue sporgenze un pò spigolose. Si passò una mano tra i capelli per togliere gli ultimi residui di shampoo. Gli occhi chiusi ed il viso rilassato per la prima volta dopo molto tempo. Uscì dalla doccia aggraziatamente, prese un asciugamano e vi si avvolse. Iniziò a frugare nel suo borsone per cercare qualche cosa di comodo da indossare, voleva uscire, fare un giro per Diagon Alley, respirare aria magica. Un rumore. Qualcuno bussava alla porta. Hermione si affacciò stringendosi addosso l'asciugamano.

- Salve, sono il proprietario del Paiolo Magico, volevo chiederle un... un favore ecco - Hermione guardò incuriosita quell'uomo basso e calvo.

- Se mi lascia il tempo di vestirmi la faccio entrare... un attimo - cosa poteva aver fatto per far arrivare il direttore? si vestì in fretta con le prime cose che trovò nella borsa, indossò un completino intimo rosato ed un paio di jeans con sopra una felpa azzurra.

- Prego - si riaffacciò e fece cenno di entrare.

- Aspetti.. - esclamò mentre Hermione stava per chiudere la porta. Una figura incappucciata entrò rapidamente, il viso nascosto sotto quel mantello da viaggio.

- Cosa succede? - era un pò perplessa, non capiva la strana situazione che si era creata.

- Senta, andrò direttamente al sodo... le stanze sono tutte occupate, e questo ragazzo desidera disperatamente una camera, ho chiesto anche ad altri clienti ma tutti hanno dato la stessa risposta - e ci credeva! come poteva mettersi in camera un perfetto sconosciuto, uno straniero proveniente da chissà dove, un uomo di cui non sapeva assolutamente nulla, una persona... i suoi pensieri rimasero sospesi. Per un attimo le mancò il respiro. Il cuore palpitava. Tremava. Non era possibile, non poteva essere... cercò con tutte le sue forze di non cadere, di non cedere a quella vista, anzi a quella visione.

- Questo è il giovane che chiede ospitalità... che cosa mi risponde? - la ragazza non riusciva a togliere lo sguardo di dosso a quel ragazzo che si era tolto il cappuccio, per rivelare un giovane dell'età di Hermione, i capelli scuri, bagnati e scompigliati, i pettorali scolpiti, le gambe lunghe e possenti, le spalle ampie e protettive. Salì con lo sguardo, verso quegli occhi così chiari e belli, ma sofferenti. Erano color smeraldo. Non poteva essere... cercò disperatamente un segno che le dicesse che non era quello che credeva, ma quando posò lo sguardo sulla fronte non aveva più dubbi. Lì, in bella mostra una cicatrice dalla forma insolita, anzi unica. Una saetta. Hermione non riuscì a rispondere. Una stretta al cuore la fece sentire debole per un istante, sentì i brividi avvolgerla tutta, le gambe cedettero, quasi cadde a terra, per fortuna che il ragazzo la afferrò prontamente, tutto merito della sua esperienza come cercatore nella squadra di Quidditch di Hogwarts. Si guardarono negli occhi, pericolosamente vicini. Quel contatto gli dava gioia e dolore.

- Bene, visto che avete fatto amicizia presumo sia un si... buonanotte signorina Granger, signor Potter - Harry non sapeva cosa rispondere, era intrappolato dalle sensazioni, dalla voglia di stringerla a se' e dalla voglia di scappare. Hermione era pietrificata, le pizzicavano gli occhi, non poteva piangere, non voleva, non lì, non in quel momento. Il proprietario del Paiolo Magico si defilò.Il destino aveva voluto che una sera come le altre si trasformasse in un incontro confuso, pericoloso, bello, desiderato, amato ed odiato. Entrambi rimasero in silenzio, senza muoversi, avevano paura che se si rompesse quel contatto, l'altro sarebbe svanito, e stavolta per sempre. Harry aprì la bocca, ma non riuscì a far uscire le parole, tanto era agitato. Si sentiva un cretino. Da quanto tempo non gli capitava di sentire il cuore in gola, il viso in fiamme, i brividi pervaderlo, i sensi allertati...? Tanto, troppo tempo. Hermione non riusciva a smettere di fissare quegli occhi verdi magnetici, che la penetravano, che le parlavano senza bisogno di parole, che la facevano sentire bene e male allo stesso tempo. Dopo un lasso di tempo che sembrava lunghissimo, si lasciarono andare. Harry andò in bagno, aveva bisogno di una doccia fredda, per riprendersi. Anche se lei non era nella sua stessa stanza, sentiva la sua presenza nella mente, in se'. L'amore della sua vita finalmente era di nuovo con lui. Con un solo problema. Sarebbero mai riusciti a perdonarsi? poi una domanda si fece spazio nella sua mente. "Perchè Hermione si trova qui? ma non era sposata? e tra l'altro l'ultima volta che l'ho vista aveva una bimba nel passeggino.. che fosse sua figlia..?". Lui aveva Ginny, ma nonostante ciò non smetteva di volerla, di amarla. Quando uscì dalla doccia, non c'era nulla con cui asciugarsi. "Merda!" pensò "non sono riuscito a chiederle come stava, figuriamoci se le domando di portarmi un asciugamano". Piano piano Harry stava andando in panico, in crisi, non aveva altre vie di scampo.Non poteva presentarsi di là nudo. O si? "No harry! ma che diavolo vai a pensare!" si rimproverò, anche se sognava sempre di fare l'amore con Hermione, di poterla toccare, o solo guardare, almeno un'ultima volta. Fremette a quel pensiero, che in parte si era realizzato.

-Ehm.. Her... - non riusciva a pronunciare il suo nome, una parola così facile, eppure così difficile.

- Si? - gli chiese con un filo di voce Hermione dall'altra stanza. Anche lei trovava difficoltà nel comporre una frase di senso compiuto. Sentiva come un nodo alla lingua che le impediva di esprimersi.

Dopo tanti anni, eccoli là, nella stessa stanza per volere di un destino capriccioso e volubile.

- C'è.. ehm un... a.... accappatoio? - balbettò il ragazzo.

- Si, vuoi che... - la ragazza sentì il cuore accellerare i battiti.

- Si, grazie - non le lasciò finire la domanda. Ad ogni parola acquistavano un pò di sicurezza in più. Prigionieri di un gioco del fato, e di una stanza un pò troppo piccola per due persone che non se la sentivano ancora di dormire insieme. Di nuovo.

Hermione attraverso la porta semichiusa gli passò l'asciugamano che poco prima aveva utilizzato lei, non c'era altro nella camera per asciugarsi, perchè non si era portata dietro l'accappatoio.

Il suo profumo. L'unica cosa che non era cambiata era quella. Avvicinò l'asciugamano al viso per sentire la sua fragranza, uguale a quella di tre anni prima. Sapeva di fiori, di orchidee, di lei. Quando uscì dal bagno, indossando un pigiama blu, Hermione vi entrò per cambiarsi, per prepararsi a quella notte nuova, magica, inaspettata e strana. Harry rimase a bocca aperta. Indossava una vestaglia da notte bianca leggera e un pò trasparente, che lasciava trapelare il suo semplice completo rosato. Hermione arrossì vistosamente. Se avesse saputo che sarebbe andata a finire così, avrebbe portato con se' anche i vestiti babbani "sportivi" che tanto piacevano al marito. Sportivi per modo di dire, lui adorava vederla con pantaloni e maglietta larghe che lasciassero tutto all'immaginazione, una volta le aveva addirittura comprato un pigiama per trascorrere una serata speciale, che si rivelò un vero fiasco. Il pigiama consisteva in un paio di larghi pantaloni grigi di cotone, e la maglia in coordinato, già questo aveva distrutto l'atmosfera, poi il continuo squillare del cellulare di lui, aveva dato ai nervi alla ragazza, che si alzò dal letto ed andò a dormire in salone. Il cuore di Harry cominciò a fare i capricci, a dirgli di parlarle, di chiarire la situazione una volta per tutte e di baciarla. Il suo corpo la bramava, la desiderava, sentiva il bisogno di averla vicina, di avvinghiarsi a lei. La guardò sofferente perchè non poteva avvicinarsi così. Almeno per il momento.

- Harry - sentirla pronunciare il suo nome gli diede un tuffo al cuore, da quanto tempo non sentiva quella voce cara e dolce, anche se in quel momento era inasprita dalle esperienze e dal passare del tempo, tiranno nelle loro vite. harry si ritrovò a contemplarla sognante. Scosse la testa.

- Ehm.. si? - si mise a sedere arrossendo.

- Come... Come... - indicò con il suo piccolo dito il letto. Harry intuì la domanda. La stanza era piccola, il letto uno solo, come potevano fare per dormire "tranquilli"? Hermione si vergognava, sia di trovarsi nella stessa stanza con Harry, sia di dormire con lui.

- Beh... io potrei dormire sul pavimento - teneva lo sguardo fisso a terra, per evitare che leggesse nei suoi occhi la risposta che anelava. Hermione si sentì in colpa, non poteva lasciarlo dormire per terra, ma neppure dormire nello stesso letto con lui. Lui, la causa della sua insonnia, del suo continuo soffrire, la causa di.... NO! non voleva pensarci, non era colpa di nessuno dei due se era successo.

- Non vorrei che tu... ma... - le parole le morirono in gola. Harry senza fiatare, fece apparire dal nulla una coperta ed un cuscino, e si sistemò sul pavimento, dal lato opposto del letto rispetto a dove avrebbe dormito Hermione, che rimase completamente spiazzata da quel gesto.

- Buonanotte - le disse con un tono di voce quasi normale. In fondo la capiva, aveva paura, come lui del resto. Paura. Era proprio quello il motivo che li aveva separati la prima volta, non voleva ripetere lo stesso errore. Per questo si alzò dal letto, camminò a tentoni nel buio della camera e si inginocchiò davanti ad Harry.

- Sei sveglio? - gli chiese dolcemente. Eccola, finalmente la voce della ragazza che tanto amava era ritornata, soave e meravigliosa, ma non solo la voce. Hermione era tornata.

- Vieni - gli tese la sua mano minuta, lui l'afferrò osservandola stupito. Hermione lo condusse sul letto con se'. I due erano l'uno di fronte all'altro, sdraiati su un fianco, gli occhi che facevano degli interi discorsi, i sorrisi che lasciavano trasparire tutto. Finalmente erano di nuovo insieme. Harry Potter ed Hermione Granger.

 
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Dreamer1989
view post Posted on 8/6/2007, 11:57




Notte. Notte di stelle. Notte di incontri. Notte d'amore. Notte di chiarimenti. Notte di confessioni. Notte di lacrime. Notte di baci. Notte. Semplicemente notte.

La stanza era completamente avvolta nel buio. Harry si mosse nervosamente nel letto, non voleva disturbare Hermione con una mossa, o con un rumore di troppo. Lei invece voleva sentire la sua presenza, era in attesa di un suo gesto, di una sua parola, di qualcosa. Cercando una posizione comoda, le loro mani si sfiorarono involontariamente. Arrossirono entrambi, fortunatamente l'assenza di luce celava quel colorito purpureo. Le dita s'intrecciarono, cercando di scoprirsi, di non scontrarsi. Hermione sentiva il palmo della mano che le formicolava, per le lenti ed incessanti carezze di Harry. Finalmente si volse verso di lui, gli strinse la mano e l'avvicinò al suo viso aprendola in un leggero tocco, che le fece salire il cuore in gola. Le mani fremevano per la voglia di muoversi lungo quel corpo forte e muscoloso. Harry la osservò nel buio, era bellissima, anche se il viso lasciava trapelare la stanchezza e la sofferenza di quegli anni di solitudine. Notò che era dimagrita, che le sue morbide forme erano più spigolose, meno accentuate, nonostante ciò gli piaceva, era meravigliosa, dolce e voluttuosa allo stesso tempo, adulta e bambina, timorosa e sicura. Hermione gli regalò un sorriso tenero, come Harry non ne vedeva da anni. La strinse a se' passionalmente. La desiderava. Non era capace di controllare i propri impulsi in quel momento. Percorse la sua schiena, e poi i fianchi, con i polpastrelli, facendole venire la pelle d'oca, lei gemette, e gli si strinse con forza, con voglia di sentire ogni parte del suo corpo contro il suo. Si guardarono. I sensi ingannevoli volevano continuare quel contatto ravvicinato, ma la mente, piena dei ricordi e dei problemi passati, non voleva. La seconda ebbe la meglio. Rimasero così, abbracciati nell'oscurità, finchè non si addormentarono.

Hermione allungò un braccio alla ricerca di Harry, tastò le lenzuola, il cuscino. Vuoto. Non c'era. Si mise a sedere di scatto sul letto. Lo cercò con lo sguardo, per confermare a se stessa che non aveva sognato, che lo aveva davvero rivisto, che non era frutto della sua fervida immaginazione. La porta si spalancò. Un vassoio fluttuava nell'aria. Sbarrò gli occhi sorpresa. Ma come...? scacciò subito quella domanda. Era nel mondo magico. Lì tutto era possibile, anche vedere un vassoio che galleggiando si avvicinava al punto dove giaceva lei, per posarvisi lentamente. Inclinò leggermente la testa, come faceva quando non capiva qualcosa, avvenimento più unico che raro. Hermione sobbalzò. Dal nulla vide apparire Harry sdraiato accanto a lei sul letto.

- Ma come hai fatto? - un sorriso malizioso comparve sul viso del ragazzo, che le mostrò un oggetto che conosceva benissimo. Il mantello dell'invisibilità. Era da moltissimo tempo che non ne vedeva uno.

- Hai fame? - Hermione annuì. - bene perchè qui c'è cibo in quantità per un esercito! - Harry sollevò i coperchi che coprivano le frittelle col succo d'acero, i muffin con le gocce di cioccolata, i piatti di bacon and eggs. Passò alla ragazza un bicchiere di succo d'arancia.

- Era l'unica cosa che bevevi volentieri la mattina ad Hogwarts... o sbaglio? -

- No, non sbagli... - gli occhi le brillavano per quel gesto gentile. Non aveva dimenticato niente di lei. Ciò la rese euforica.

Mentre mangiavano, parlarono di tutto e di niente.

- Posso farti una domanda un pò... personale? -

- Si, certo... - cercò di far suonare la voce sicura, ma con scarsi risultati, perchè Harry capì che temeva la sua domanda.

- Perchè ti sei allontanata dal mondo magico per tutto questo tempo? - se lo domandava anche lei durante le notti passate in bianco, senza trovarvi una risposta.

- Non lo so... anche io me lo sono chiesta, tutte le notti, ma non ho mai trovato una ragione plausibile -

- Secondo me il tuo cuore ha la risposta, ma la tua mente non vuole accettarla - Hermione sorrise a quella frase un pò filosofica.

- Wow! come sei profondo! - lo prese in giro.

- Che vorresti dire.. che non sono un uomo saggio? - Hermione rise, Harry si allungò per acciuffarla, ma lei fu più veloce, si alzò dal letto continuando a ridere.

- Ah! è così? vuoi la guerra? e allora guerra sia! - prese un cuscino e glielo tirò. Hermione lo raccolse, per andare all'attacco, si fiondò contro di lui, prendendolo a cuscinate. Si liberarono delle "armi". Harry da un lato del letto, lei dall'altro. Si guardavano maliziosi, cercando di sfuggire all'altro. Hermione gli passò accanto veloce, ma Harry riuscì a catturarla. Caddero a terra, ridendo di cuore. Lei provò a divincolarsi un pò, ma la sua presa solida la costrinse alla resa, poggiò la testa sulla sua spalla e lo guardò. Quegli occhi, ogni volta che li incontrava non riusciva a smettere di fissarli. Erano intensi, buoni, tenebrosi, ma dolci. Verdi. Verdi come quelli della sua piccola Lily. I sensi di colpa la assalirono. Aveva lasciato sua figlia nelle mani di "suo marito". La sera prima non si era fatta problemi a lasciarla a casa da sola, perchè lei, senza saperlo, era in parte causa della sua sofferenza. Le bastava guardare la bimba negli occhi per rivedere Harry in lei, e questo le faceva male, la portava a pensare che la figlia lo facesse apposta a mostrarle quegli occhi dolci e innocenti, anche se non era così. Le voleva bene, ma per colpa di quel tratto del suo viso, non riusciva a starle accanto per troppo tempo senza sentire la voglia di urlare silenziosamente dentro si se', senza farsi sentire dagli altri.

- A cosa pensi? - Hermione riflettè. Se riusciva a sostenere lo sguardo di Harry stesso, sarebbe riuscita a tenere testa anche a quello della sua unica figlia adesso.

- A Lily -

- Lily? - Harry la guardò perplesso, non sapeva di chi parlasse, anche se quel nome gli diede una terribile fitta al cuore.

- Mia figlia... penso che sia arrivato il momento delle spiegazioni... -dopo quella notte insieme credevo che non avrei mai più amato, e in effetti è così, anche se ho sposato un babbano umile e gentile, per lui provo solo affetto... ci siamo sposati perché è nata Lily. John dice che le donne devono stare a casa, beh, lo sai come la penso, non sono affatto daccordo. Ma per quieto vivere ho accettato, lasciandomi privare dei miei ideali, della mia magia, di me stessa. Harry, ieri era la prima volta che dormivo dopo tanti di quei mesi che ho perso anche il conto... - Harry la guardò comprensivo, non era la sola ad aver perso il sonno. - Ieri sera, finalmente sono riuscita a riprendere il controllo della mia vita, non ce la facevo più... stavo male, ero oppressa.. e così eccomi qui! -

- Perchè hai scelto di chiamarla proprio Lily? - Hermione si sentì morire. Non poteva dirglielo, non ce la faceva.

- Tu invece perché sei qui? - cercò di sviare l'argomento.

- Ho chiuso con Ginny, cioè, ieri sera, dopo l'ennesima volta che provavo ad avere un contatto con lei, non ci sono riuscito, perchè vedevo te, mi apparivi tu. Ogni volta che sfioravo Ginny, comparivi nella mia mente, come se mi volessi ammonire, farmi capire che sbagliavo... ed è la verità. Ho sbagliato, come ho sbagliato tanti anni fa a lasciarti andar via - strinse più forte Hermione come se avesse paura di vederla svanire. Le diede un bacio sul collo, che le fece venire i brividi. Si girò verso di lui sorridente, serena. Finalmente, dopo tanti travagli, la tranquillità e la felicità.

- Harry, io devo andare alla Gringott per vedere quanti soldi mi sono rimasti nella camera blindata e per cambiare i soldi babbani in galeoni! - il ragazzo le accarezzò il viso.

- Ti accompagno dai! vatti a vestire, ti aspetto qui - Hermione gli diede un lieve bacio a stampo.

- Grazie - sussurrò. Prese alcuni indumenti e si diresse verso il bagno, ma Harry la bloccò.

- Quasi dimenticavo... tieni.. - le porse una piccola busta colorata. Hermione la squadrò per capire cosa fosse, senza ottenere risultati.

- Harry, non dovevi -

- Non ho dovuto, volevo. - la ragazza gli sorrise raggiante. Si sedette per terra per aprire il regalo. Era un bellissimo vestito, con le spalline fine, la scollatura moderata, avvitato sotto il seno e lento sotto, leggero, dello stesso colore del cielo estivo. Lo guardò sbigottita, era meraviglioso. Con slancio baciò Harry sulle labbra, il quale le cinse la vita con le braccia. Erano in balia delle emozioni, intense, indomabili. I cuori battevano all'unisono in quel bacio infinito, caldo, tenero e sensuale. Senza prestare orecchio potevano sentire come palpitavano, come strepitavano quei muscoli cardiaci.

- Grazie - quell'unica parola era sentita fino in fondo, nel suo più vero significato, gli era riconoscente di quella felicità e di quella spensieratezza che stava riacquistando lentamente. Corse in bagno, indossò il regalo di Harry, e quando fu pronta, lasciò il ragazzo interedetto. Sembrava una fata, con quei brillantini sugli occhi, quell'abito che le calzava a pennello e quell'aria gaia che la illuminava.

- Andiamo? - non riuscì a dire altro.

Uscirono alla luce del sole. Hermione si guardava intorno curiosa, come se fosse la prima volta che vedeva Diagon Alley. Era diversa, anche se non sapeva dire esattamente cosa ci fosse di differente. Un mare colorato affollava le strade. Erano maghi. Vestiti un pò bizzarramente (secondo Hermione), con mantelli lunghi, scuri, chiari, opachi, con tuniche colorate,con cappelli a punta... non era più abituata a vedere abiti non babbani. Gufi di ogni specie, piume auto correggenti, inchiostri che cambiano colore, calderoni di tutte le dimenzioni, dolci particolari, erbe straordinarie, pozioni di tutti i tipi, scope per il quidditch, libri incantati e tanto altro ancora, colpì l'attenzione della giovane maga. Bloccava Harry ad ogni vetrina, per non perdere nessuna novità. Comprarono tutto e di più, partendo dalle cose che più gli servivano, arrivando a quelle più inutili. La coppia veniva additata, da alcuni perchè indossavano vestiti babbani, da altri perchè riconoscevano "il bambino sopravvissuto".

- Harry! - sentendosi chiamare si voltò, ma non riconobbe la persona che gli si parava dietro. Era una ragazza, ma non sapeva chi fosse.

Beh... che ne dite di questo nuovo cap? vi piace?lasciate un commentino, sia nel caso che sia negativo sia nel caso che sia positivo! please! baci
 
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Florence
view post Posted on 28/6/2007, 12:32




WOW!!!! :woot: :woot:
Ma che bella fanfiction! Che bella storia!!!! Scrivi molto bene, ma soprattutto riesci a trasmettere delle sensazioni davvero forti, a far arrivare dritto al bersaglio i tuoi pensieri e i tuoi sentimenti!
Bella! Brava!!! :woot: :woot:
 
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8 replies since 5/5/2007, 21:38   226 views
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